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017

Doppia palestra

Riva San Vitale

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Doppia palestra

Riva San Vitale

Collaborazioni

Committente
Repubblica e Cantone Ticino, Dipartimento delle Finanze e dell’Economia, Sezione della Logistica
Architetti
Durisch+Nolli Architetti, Giancarlo Durisch
Team Durisch+Nolli: Pia Durisch, Aldo Nolli, Niccolò Nessi, Margherita Pusterla.
Ingegnere Civile
Pini Associati Ingegneri SA
Ingegnere RCVS
Zocchetti SA
Ingegnere Elettrico
Deac Sagl
Arrigo G&A SA
Fotografo
Tonatiuh Ambrosetti

Progetto

Il progetto nasce dall’esigenza di destinare una nuova doppia palestra e alcune aule speciali indispensabili alla Scuola Media di Riva San Vitale progettata dagli architetti Giancarlo Durisch e Giorgio Giudici negli anni 1980-82.
La nuova struttura si collega alle preesistenze in modo da creare un centro unitario protetto dal traffico. La nuova palestra ingloba l’impianto di protezione civile esistente, dà accesso diretto agli impianti sportivi esterni e il nuovo quartiere residenziale è reso accessibile dalla nuova infrastruttura stradale.
La volontà di creare un organismo unitario viene consolidata attraverso la facciata che riprende la tettonica della scuola media esistente, un ordine architettonico classico composto di colonna-trabeazione in calcestruzzo con campiture di tamponamento leggere.

Il modulo originale è ripreso sulla facciata nord, quella di accesso, mentre sulle lunghe facciate laterali il modulo tettonico è condensato in una sostanziale equivalenza fra trabeazioni e campiture: un organismo semplice, classico e moderno, definito da pochi elementi costruttivi identici e ripetuti.
La struttura modulare della facciata è realizzata interamente in calcestruzzo prefabbricato. Le campiture sono costituite da pannelli di vetro smaltato di diverso colore che modulano la facciata secondo una variazione cromatica di correlazione tra musica e teoria dei colori. Prendendo spunto dal Contrapunctus XIV, composto da Johann Sebastian Bach anagrammando le note corrispondenti alle lettere del suo nome (B-A-C-H), si è sviluppata l’armonia di colori che caratterizza le facciate longitudinali del nuovo impianto, inserendolo in modo sostenibile nel paesaggio.
La particolare delicatezza della filigrana tettonico-cromatica genera un rapporto col costruito e col paesaggio che ci sorprende ogni volta che la osserviamo percorrendo l’autostrada A2 tra Lugano e Mendrisio.

Max Museo e Spazio Officina
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